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CONSIDERAZIONI ETICHE SULLA CACCIA DI SELEZIONE

Pubblicato su da Distretto.1ee.santacristina.Paolo Cenci

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Il presupposto che è alla base della caccia di selezione è il rispetto dell’etica venatoria.    L’etica è sinonimo di morale e designa quelle azioni o comportamenti  ritenuti moralmente giusti contrapposti a quelli negativi e sbagliati. Etica è il rispetto prima tutto delle regole, anche di quelle che ci possono sembrare inutili o sbagliate, é anche rispetto degli altri cacciatori e in particolare degli animali. Il concetto di caccia di selezione, subordinata alla gestione conservativa delle specie, che proviene dall’area mitteleuropea, ha introdotto anche da noi, dei comportamenti  rituali che di questi principi sono  la diretta espressione. Il più diffuso tra questi è l’ultimo pasto.  Anticamente era usato per placare lo spirito del selvatico a cui era stata tolta la vita e per nutrirlo nel viaggio dell’aldilà. Dato che il cuore era considerato il luogo dove risiede lo spirito, l’animale veniva adagiato sul fianco destro affinché il cuore restasse  verso l’alto e lo spirito fosse facilitato nel suo viaggio. 

Dopo l’abbattimento,viene inserito nella bocca un rametto  di essenza nobile il Bruch. Un’altra parte dello stesso rametto appena bagnato con il sangue che esce  dalla ferita, viene posto sulla parte destra del cappello.  Se c’è  un accompagnatore è lui che porge al cacciatore il Bruch appoggiato sul cappello, con la mano sinistre mentre con la destra stringe quella del cacciatore e gli rivolge il tradizionale saluto Waidmannsheil.

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Questi rituali che ai profani sembrano banalità, sono espressione di cultura ed etica venatoria e rendono quei momenti un rito, una celebrazione, qualcosa di unico ed indimenticabile. Questa caccia non deve essere considerata come uno sport da praticare per il nostro divertimento ma è più giusto considerarla come un servizio a favore della collettività.  Come sentinelle del territorio siamo i responsabili tutori di un bene comune da tramandare alle future generazioni. La gestione va praticata con professionalità serietà e competenza. Indispensabile è l’utilizzo della strumentazione ottica, (binocolo e lungo) non solo per i censimenti ma anche per la caccia in modo che prima del tiro, ogni capo possa essere valutato con ponderata certezza.

Neanche il tiro in caccia di selezione, deve essere considerato come una pratica sportiva. Al poligono possiamo esercitarci testando le nostre capacità e le caratteristiche dell’arma anche per distanze superiori a quelle che il buon senso e l’etica ci impongono. Nella caccia di selezione il tiro deve avere un approccio professionale. L’abbattimento di un essere vivente non può essere banalizzato e un capriolo non può essere considerato alla stessa stregua di un cartello su cui fare le prove. Bisogna creare le condizioni affinché la morte che noi provochiamo sopraggiunga nel modo più rapido e indolore possibile. Il rispetto della spoglia è anche provvedere,soprattutto nei mesi estivi, ad una rapida eviscerazione, prima che i batteri si propaghino alla carcassa. Portare sulla nostra tavola carne di qualità è di sicuro la fine più degna per quell’animale a cui noi abbiamo tolto la vita.

WAIDMANNSHEIL

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